Gabriella Benedini nasce a Cremona nel 1932, si diploma presso l’Istituto Paolo Toschi di Parma e in seguito frequenta l’Accademia di Brera.
Soggiorna a Parigi dal 1958 al 1960 dove tiene mostre personali e partecipa a rassegne collettive. Rientra a Milano e nel periodo del Realismo Esistenziale, attraverso l’artista Bepi Romagnoni, entra in contatto con la Galleria Bergamini che organizza nel maggio del 1962 la sua prima esposizione personale italiana, curata da Carlo Munari.
La sua continua ricerca è alimentata anche dai numerosi e significativi viaggi in Africa, in Asia, in America, dove situazioni e luoghi le hanno trasmesso suggestioni e impulsi ad elaborare immagini e forme primarie, riconoscibili nel successivo percorso artistico. Abbandona progressivamente la ricerca pittorica ed attraversa molte esperienze con linguaggi diversi tra i quali quello cinematografico: realizza, infatti, nel 1972 due Super 8, “Doprenoi” e “Diutop”.
Nel 1977 è tra le fondatrici del “Gruppo Metamorfosi” col quale espone in Italia e all’estero per un periodo durato circa un decennio. Fin dall’inizio degli anni ottanta la sua indagine si sposta verso la scultura. Nascono “Le storie della terra”, “Mutazioni”, i “Teatri della Melanconia”, i “Pendoli del Tempo”, i “Goniometri”, i “Sestanti” , le “Costellazioni”. Forme e materiali diversi si estendono sempre più nello spazio, creando installazioni quali “Il Teatro di Persefone” (1985), le “Arpe” dal 1993, le “Navigazioni” dal 1996 , le “Vele” dal 2002.
L’interesse per la parola e per i libri la induce a realizzare “Bibliotheca”, tre serie di libri d’artista polimaterici e a intervenire sulla collezione di poesia Einaudi, sostituendo all’introduzione segni e grafie ispirati dai testi.